Non più l’unica perché è appena rinata la squadra di tennis maschile, ma ancora la più florida e rigogliosa. Sono quasi 100 infatti i tesserati delle varie formazioni futsal comprendendo il settore giovanile e il gruppo delle ragazze e, nel fine settimana, si entrerà davvero a pieno regime con l’avvio di 3 campionati regionali (finora era scattato solo il torneo di C1 maschile). Coordinatore di tutto il movimento è il responsabile Tommaso Mascitti. La retrocessione dalla B nazionale ha ridimensionato il progetto cussino? “No anzi –risponde Mascitti- la nuova categoria forse è più indicata e favorisce la continuità della linea verde. Abbiamo anche fatto esordire i primi millenials”. Il gruppo della C1 allenato da Bacosi e Zampolini, coppia inossidabile in via Valerio, è in effetti l’emblema della linea giovane intrapresa dal presidente De Introna…”Sì, è stato assai lungimirante.
Il Cus fa mille sacrifici e disputiamo la C1 con nostri ragazzi più 3-4 universitari. Non siamo partiti bene (3 ko in 3 gare) perché paghiamo lo scotto dell’inesperienza. Cresceremo, abbiamo fiducia”. Nel weekend al via anche i campionati Juniores e Allievi. Quella cussina è una vera Scuola calcio a 5…”Sì e anche la scorsa stagione siamo arrivati alle fasi finali un po’ con tutte le squadre. Il merito va soprattutto a mister Zampolini che segue dall’Under10 Csi all’Under16 (Allievi), è un tecnico al top nelle Marche. Per la panchina della Juniores abbiamo promosso Alessandro Di Gregorio”. Domenica ecco la prima squadra femminile in serie C: l’obiettivo è quella promozione sfumata sul più bello negli ultimi 2 anni? “Sì non lo nascondiamo. Vedremo come andranno le cose dato che siamo stati inseriti nel girone nord che dovrebbe essere più difficile”.
Unica nota stonata gli impianti non idonei che portano i team a giocare ai Geometri o nella palestra dei F.lli Cervi. Il Cus sogna il cantiere dell’Ateneo per le nuove strutture…”Sì, campi nuovi e finalmente efficienti sono imprescindibili. Anche per le partite dei Campionati Nazionali Universitari che siamo costretti a disputare altrove, non un bel biglietto da visita per l’Università”.